MUTUI, DOPO 10 MESI GLI SPREAD TORNANO A SCENDERE. DA MARZO COSTERANNO 30-40 PUNTI IN MENO

 

Buone notizie per gli aspiranti mutuatari italiani. Dopo 10 mesi di rialzi consecutivi gli spread sui tassi dei mutui potrebbero intraprendere la strada del ribasso.

 

Ad aprire le danze è stata Cariparma che da poco ha deciso di ampliare il plafond dei finanziamenti destinati alle famiglie a 2,5 miliardi di euro lanciando una ”Campagna Mutui casa 2012”. L’istituto potrebbe essere il primo a rompere al ribasso la barriera dei 300 punti (3%) con un tasso variabile ottenuto sommando uno spread del 2,6% all’Euribor a 3 mesi (oggi fissato allo 0,99%).

 

Nel mese di febbraio lo spread medio applicato sui mutui viaggia oltre i 350 punti base, sia per le offerte a tasso variabile che per quelle a tasso fisso.

 

Ma l’istituto controllato da Crédit Agricole non dovrebbe essere il solo a rilanciare il mercato dei prestiti per la casa. Secondo indiscrezioni almeno altri due istituti big potrebbero nelle prossime 2-3 settimane dare una sforbiciata agli spread. Il dato è ancor più positivo se si considera che il segnale arriva da istituti che hanno un forte peso sul mercato dei mutui, muovendo masse ingenti, e non da banche che hanno una quota (e un impatto sul credito alle famiglie) meno significativa.

 

Effetto domino
«A marzo, per la prima volta da maggio 2011, alcune banche potrebbero invertire la tedenza sugli spread diminuendoli e cercando di aprire il rubinetto del credito», conferma Stefano Rossini di MutuiSupermarket. «Il mercato si potrebbe attendere un’offerta di 30-40 punti base in meno nei prossimi 30-40 giorni. Sarebbe un primo segnale positivo che potrebbe far scattare un effetto domino al ribasso. Lo stesso effetto che, soprattutto a partire da settembre, ha spinto la maggior parte degli istituti a rialzare gli spread accodandosi ai continui rialzi praticati dalle banche price makers, quelle che di solito muovono per prime il mercato».

Fattore Euribor
Non solo spread visti in calo. Anche l’andamento degli Euribor – i parametri europei che, sommati allo spread applicato dall’istituto, determinano il calcolo dei tassi della maggior parte dei mutui a tasso variabili stipulati in Italia (la quota di mutui agganciata al tasso Bce è infatti inferiore al 2%) – pare confortante. Ieri l’Euribor a 3 mesi è sceso, per la prima volta dopo 13 mesi, sotto la soglia dell’1% (oggi è allo 0,991%). I future quotati sul mercato londinese Liffe (che danno la dimensione di come, secondo le aspettative attuali dei mercati, si muoverà questo indice nei prossimi 5 anni) indicano che dovrebbe continuare a scendere anche nei prossimi mesi e restare sotto l’1% per altri due anni. Dopodiché potrebbe iniziare un percorso di normalizzazione e risalire verso il 3%, che la media storica degli ultimi 11 anni.

 

Ciò che colpisce di più guardando però in questo momento gli Euribor è l’andamento dell’indice a 1 mese – pure esso utilizzato da molti istituti per ancorare le rate dei tassi variabili – che si attesta intorno allo 0,57%. Ovvero oltre 40 punti base in meno (0,4%) rispetto al ”fratello a 3 mesi”. Per questo motivo, mai come in questo momento, provare a contrattare con la banca la tipologia di Euribor da ancorare al tasso del mutuo, ha davvero senso.

 

Basti pensare che su un mutuo di 150mila euro da rimborsare in 25 anni, 40 punti base in meno corrispondono a un risparmio di interessi di circa 6-7mila euro. Gli stessi che i nuovi aspiranti mutuatari potrebbero risparmiare cogliendo la mini-discesa degli spread che dovrebbe scattare nei prossimi giorni.

 

Fonte: I libri del Sole 24 Ore – Il mutuo perfetto

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