INEWS 16 | Classificazione del rischio sismico delle costruzioni (ai sensi dell’art. 3 comma 1 del D.M. n° 58 del 28 Febbraio 2017 e s.m.i.)

da L'I.com

I numerosi eventi sismici che si sono verificati negli ultimi decenni hanno comportato per la collettività enormi costi sociali in termini di vittime e costi economici molto elevati. Ciò è dovuto fondamentalmente alla elevata vulnerabilità sismica del nostro patrimonio edilizio. Il 20 febbraio 2017 l’Assemblea Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha espresso parere favorevole al testo delle “Linee Guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni”. Le Linee Guida forniscono lo strumento di regolamentazione degli incentivi fiscali, legati alla misura del cosiddetto Sismabonus, con uno specifico riferimento all’edilizia privata e produttiva, costituendo il primo strumento di attivazione di una concreta politica di Prevenzione Sismica del patrimonio edilizio abitativo e produttivo italiano. Le Linee Guida consentono di attribuire ad un edificio una specifi ca Classe di Rischio Sismico, da A+ a G, mediante un unico parametro che tenga conto sia della sicurezza sia degli aspetti economici:

Operativamente si possono prendere in esame due metodi per la Classificazione Sismica:

IL METODO SEMPLIFICATO

Il metodo semplificato è indicato per una valutazione economica e speditiva (senza specifi che indagini e calcoli) della Classe di Rischio e può essere utilizzato sia per una valutazione preliminare indicativa sia per la determinazione della classe di rischio in relazione all’adozione di interventi di tipo locale, consentendo al massimo il miglioramento di una sola classe di rischio. Questo metodo vale solo per edifici semplici in muratura, strutture assimilabili a capannoni industriali e edifici semplici in c.a..

IL METODO CONVENZIONALE

Tuttavia, ai fini della determinazione della Classe Sismica è più frequente l’uso del secondo metodo previsto dalla normativa detto metodo convenzionale, che tenteremo di sintetizzare di seguito. Con questo metodo si devono calcolare sia la Classe di Rischio detta “PAM” (Perdita Media Annuale Attesa), sia la Classe di Rischio IS-V, utilizzando modelli di calcolo solitamente ad elementi finiti. Per chi non è pratico di calcolo sismico non è facile far capire come si deve agire e il metodo riportato di seguito può essere tranquillamente ignorato. Per alcuni tecnici invece questo metodo può essere discutibile e anche un po’ anacronistico, ma non è questa la sede per criticare il metodo della Classificazione Sismica. Esistono programmi di calcolo che aiutano i progettisti a effettuare tale determinazione delle classi prima e dopo l’intervento e anche molti corsi di formazione per orientarsi.

Pertanto, concludendo anticipatamente per la maggioranza dei lettori, il metodo va  considerato come un primo tentativo di incentivare interventi sugli edifici esistenti per migliorare la sicurezza nei confronti del rischio sismico della maggior parte del territorio italiano.

ing. Stefano Tedeschi

Ing Stefano Tedeschi | Txt Engineering | txt@txtengineering.com | www.txtengineering.com 

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